Una Milano che neanche a Ferragosto...

Una città silenziosa, misteriosa, immersa in un’atmosfera da distopia. In questi giorni esco per comprare il giornale e rientro a casa.

Sto volentieri a casa mia, lo ammetto. Perché non devo uscire  per raggiungere la Scuola Civica di Jazz di cui sono il direttore.  Lo faccio  da quasi trent’anni; ogni mattina 45 minuti su mezzi pubblici affollati. Dedico il mio tempo a mia moglie Fiorenza e allo studio. Ho composto otto nuovi brani musicali dedicati ai laghi d’Europa dove ho dato diversi concerti. Questo lavoro sarà appena possibile fissato su disco.

Se devo vedere il bicchiere mezzo pieno, come del resto è mia abitudine, penso che queste giornate di inquietudine e di timore per le conseguenze drammatiche create da questo virus sconosciuto possano servire ad abbattere la nostra indifferenza verso gli altri e a capire che cosa, oltre alla salute, sia utile per davvero. Il pensiero, prima di tutto, che vaga e crea e che per conto mio è indispensabile.

Questo maledetto virus prima o poi sarà sconfitto. Lascerà sul campo molte vittime, come in una guerra. Io spero tuttavia, e con tutto il cuore, che la routine, il trantran quotidiano, l’aggressività e l’indifferenza non abbiano di nuovo  il sopravvento sulla fantasia, la solidarietà e la voglia di vivere. La stessa speranza che avevano molti dei nostri nonni durante la pandemia dell’influenza Spagnola , nel 1918 ,19 e 20... 

Enrico Intra

Musica Oggi - Civici Corsi di Jazz